Questo testo sulle disavventure del traduttore mi è stato segnalato dall'amico e collega Michele Pacifico (un veterano dell'editoria informatica, prolifico ed espertissimo autore/traduttore in materia di database e non solo): "La scena
si svolge nella casa editrice Feltrinelli, ai suoi albori. Il brano
è tratto dal romanzo autobiografico 'La vita agra' di Luciano
Bianciardi, un toscano dell'Amiata approdato a Milano alla fine degli
Anni Cinquanta, che descrive in modo impareggiabile il tumulto sociale
di quegli anni, le speranze, le ingenuità Consolante, in occasione della traduzione di Web ReDesign: quando il tradimento viene dalla revisione... :-) E-mail: fabrizio@comolli.it
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Come
si sa: tradurre è un po' tradire... Per saperne di più: |
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...E il sabato
le venti cartelline del saggio [di traduzione] erano pronte, così
le portai alla signora vedova. "Benedetto figliolo" mi disse. "Ma perché non ha seguito i miei consigli? Le avevo detto, no?, fedeltà al testo. E guardi qua. Dove siamo, dunque?" Sfogliava le mie cartelle tutte corrette a lapis. "Sì,
quel punto dove il capitano invita i suoi uomini all'assalto della
trincea nemica. Le sue parole... Sì, ecco. Lei mi traduce:
Sotto ragazzi, eccetera. Ora guardi il testo inglese. Dice..."
Adesso sfogliava il libro, e trovò la crocetta al margine. "Io lo dico sempre ai traduttori: non cercate di inventare, state sempre dietro al testo, che oltre tutto è più facile. La ciurma alzò i loro cappelli, dunque. Lei poi, vede, tende a saltare, a omettere parolette, che invece vanno lasciate, perché hanno la loro importanza. Più avanti, per esempio, lei mi traduce: Gli strinse la mano. Ebbene, l'inglese è più preciso, e dice infatti: He shook his hand, cioè egli strinse, ma più precisamente scosse, la sua mano, o se vuole, meglio ancora, egli scosse la mano di lui." Continuava a sfogliare le mie cartelle. "Le faccio soltanto degli esempi di correzione, vede? Ci sarebbe ben altro da aggiungere. Qui, per esempio, dove parla dell'offensiva. Lei mi ha tradotto: Cominciò l'offensiva e Patton schierò le sue divisioni. Come traduzione può anche andare, nulla di speciale ma può andare. Però, lo vede?, nello stesso rigo lei così mi mette due o accentate. Cominciò, schierò. Suona male. Meglio dire dunque: Ebbe inizio l'offensiva e Patton schierò. Ha capito?" Io ero ammutolito e feci cenno di sì, poi la vedova sospirò e a voce più alta riprese. "Locuzioni
dialettali. Lei ha questo difetto, le locuzioni dialettali, come tutti
i toscani, del resto. Per esempio lei traduce: Bottega di falegname.
Bottega è un toscanismo, no? Io ormai tacevo, e forse ero anche rosso di vergogna, sperando solo che la vedova avesse vuotato il sacco e mi permettesse di andare via. "Un'ultima cosa" continuò. "A volte lei appiattisce certi bei modi di dire inglesi. Per esempio qui. Lei dice che i mezzi da sbarco erano le mille miglia lontani dalle coste laziali. Questo suo le mille miglia è assai meno efficace che nel testo inglese, dove si parla di a hell of a distance, cioè di un inferno di distanza. Sente come è bello? I mezzi da sbarco erano a un inferno di distanza eccetera. È molto più robusto, questo inferno di distanza, non le pare?" Capii che mi voleva congedare e mi alzai. "La traduzione?"
farfugliai sulla porta. |
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