Questo testo sulle disavventure del traduttore mi è stato segnalato dall'amico e collega Michele Pacifico (un veterano dell'editoria informatica, prolifico ed espertissimo autore/traduttore in materia di database e non solo):

"La scena si svolge nella casa editrice Feltrinelli, ai suoi albori. Il brano è tratto dal romanzo autobiografico 'La vita agra' di Luciano Bianciardi, un toscano dell'Amiata approdato a Milano alla fine degli Anni Cinquanta, che descrive in modo impareggiabile il tumulto sociale di quegli anni, le speranze, le ingenuità
e le delusioni dei giovani di allora di fronte all'affermarsi di un nuovo sistema sociale ed economico. Bianciardi morì poco più che quarantenne e scrisse pochi altri testi, ma tutti di elevato valore umano e letterario. Da 'La vita agra' è stato tratto anche un film, abbastanza fedele, interpretato da Ugo Tognazzi nel ruolo dello stesso Bianciardi."

Consolante, in occasione della traduzione di Web ReDesign: quando il tradimento viene dalla revisione... :-)

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© 1998-2005 - Fabrizio Comolli

Come si sa: tradurre è un po' tradire...
... Ma della revisione che dire?
(aprile 2002 - pagina tratta da "La vita agra" di L.Bianciardi)

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...E il sabato le venti cartelline del saggio [di traduzione] erano pronte, così le portai alla signora vedova.
Fu egualmente ferma e materna, quando mi convocò per dirmi che il mio saggio di traduzione non era stato troppo soddisfacente.

"Benedetto figliolo" mi disse. "Ma perché non ha seguito i miei consigli? Le avevo detto, no?, fedeltà al testo. E guardi qua. Dove siamo, dunque?" Sfogliava le mie cartelle tutte corrette a lapis.

"Sì, quel punto dove il capitano invita i suoi uomini all'assalto della trincea nemica. Le sue parole... Sì, ecco. Lei mi traduce: Sotto ragazzi, eccetera. Ora guardi il testo inglese. Dice..." Adesso sfogliava il libro, e trovò la crocetta al margine.
"Il testo dice: Come on boys. Capisce? Lei mi ha invertito il significato. Come on boys vuol dire venite su ragazzi, e così bisogna tradurre. Lei mi mette l'opposto, cioè non su, ma sotto. E ancora, più avanti, dove descrive l'alzabandiera a bordo. Lei ha tradotto, mi pare, i marinai si scoprirono, sì, si scoprirono, ha tradotto lei, mentre il testo inglese diceva: The crew raised their hats. Vede l'inglese come è preciso? La ciurma alzò i loro cappelli. Alzò, capisce, come a salutare la bandiera sul pennone." E con la mano fece anche lei il gesto di chi alza il cappello. Mi provai a dire qualcosa, ma lei m'interruppe.
"Lo so, il risultato è lo stesso, quando uno alza il suo cappello, si scopre, ma allora bisognerebbe precisare che scoperto rimane il suo capo. Dire, non so, che i marinai scoprirono i loro capi, oppure le loro teste, ma così risulterebbe un po'... come dire? ... un po', faticoso." Sorrise.

"Io lo dico sempre ai traduttori: non cercate di inventare, state sempre dietro al testo, che oltre tutto è più facile. La ciurma alzò i loro cappelli, dunque. Lei poi, vede, tende a saltare, a omettere parolette, che invece vanno lasciate, perché hanno la loro importanza. Più avanti, per esempio, lei mi traduce: Gli strinse la mano. Ebbene, l'inglese è più preciso, e dice infatti: He shook his hand, cioè egli strinse, ma più precisamente scosse, la sua mano, o se vuole, meglio ancora, egli scosse la mano di lui." Continuava a sfogliare le mie cartelle.

"Le faccio soltanto degli esempi di correzione, vede? Ci sarebbe ben altro da aggiungere. Qui, per esempio, dove parla dell'offensiva. Lei mi ha tradotto: Cominciò l'offensiva e Patton schierò le sue divisioni. Come traduzione può anche andare, nulla di speciale ma può andare. Però, lo vede?, nello stesso rigo lei così mi mette due o accentate. Cominciò, schierò. Suona male. Meglio dire dunque: Ebbe inizio l'offensiva e Patton schierò. Ha capito?" Io ero ammutolito e feci cenno di sì, poi la vedova sospirò e a voce più alta riprese.

"Locuzioni dialettali. Lei ha questo difetto, le locuzioni dialettali, come tutti i toscani, del resto. Per esempio lei traduce: Bottega di falegname. Bottega è un toscanismo, no?
"Veramente non mi pare," risposi, trovando non so come il coraggio. "Leopardi parla appunto del legnaiuol che veglia nella chiusa bottega... E Leopardi non era toscano."
"Be' be' " fece la vedova. "Leopardi era Leopardi. Lui poteva anche permettersi qualche locuzione dialettale." Mi sorrise ancora: "Vede, ho corretto con un più italiano laboratorio di falegname eccetera. E più avanti, non ricordo bene il punto, ma c'è di mezzo una telefonata... Sì, ecco, è qui. Lei traduce: Pronto, che succede costà? Ora lei vorrà ammettere che costà è una locuzione dialettale, usata solo in Toscana. Infatti l'inglese dice: What's going on there, e va tradotto semplicemente: Che succede là? Non le pare?"

Io ormai tacevo, e forse ero anche rosso di vergogna, sperando solo che la vedova avesse vuotato il sacco e mi permettesse di andare via. "Un'ultima cosa" continuò. "A volte lei appiattisce certi bei modi di dire inglesi. Per esempio qui. Lei dice che i mezzi da sbarco erano le mille miglia lontani dalle coste laziali. Questo suo le mille miglia è assai meno efficace che nel testo inglese, dove si parla di a hell of a distance, cioè di un inferno di distanza. Sente come è bello? I mezzi da sbarco erano a un inferno di distanza eccetera. È molto più robusto, questo inferno di distanza, non le pare?" Capii che mi voleva congedare e mi alzai.

"La traduzione?" farfugliai sulla porta.
"Be', ha visto, no? Vuole un consiglio? Si faccia prima le ossa con qualche editore minore, poi ritorni fra qualche mese, un anno. E si ricordi i miei consigli."

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